Wakatobi, il “Nirvana sottomarino”
Wangi-wangi, Kaledupa, Tomia e Binongko. Quattro isole (e quattro nomi) che insieme generano l’acronimo di uno dei più ricchi paradisi sommersi del mondo: Wakatobi.
A sud-est delle coste di Sulawesi, in Indonesia, queste quattro isole più grandi, insieme ad altre e numerose più piccole, formano il Parco Marino Nazionale di Wakatobi, che si estende per 1.400.000 ettari, di cui ben 900.000 ricoperti da colorati, variegati e tropicali coralli.
Due numeri che dicono una cosa. Wakatobi è (nel complesso) la più grande barriera corallina dell’Indonesia, seconda nel mondo alla sola Grande Barriera Corallina Australiana. Ma i primati non si fermano qui. Tra le isole e le acque dalle infinite sfumature si celano così tante specie di coralli e pesci da essere la più ricca al mondo, creando un vero e proprio paradiso naturale e marino, che il navigatore ed esploratore Jacques-Yves Cousteau definì “Nirvana sottomarino“.
Il parco marino si trova all’interno del Triangolo dei Coralli, un’area dalla forma vagamente triangolare che comprende acque marine indonesiane, della Malesia, Papua Nuova Guinea, Isole Salomone e Timor Est, che contiene almeno cinquecento specie differenti di coralli. Solo a Wakatobi se ne trovano almeno 396.
Per la sua ricchezza e importanza globale, nel 2012 è stato inserito tra le Biosfere Protette dell’Unesco (Biosphere Reserve); tante sono le specie di pesci, cetacei e uccelli marini che popolano le acque e le isole di Wakatobi.
Tra le numerose specie marine (che nel complesso superano di gran lunga quelle del Mar Rosso o dei Caraibi) si trovano diverse specie di tartarughe marine, pesci napoleone, pesci balestra, dugonghi, delfini e molto altro.
Numerosi anche i cetacei, come balenottere, capodogli, ferese, orche e i curiosi peponocefali.
Anche fuori dall’acqua non mancano numerose varietà di uccelli marini, avvistabili anche a distanze ravvicinate sulle isole o mentre volteggiano sulle acque; mentre isole, atolli, spiagge di fine sabbia bianca, foreste di mangrovie, paludi, foreste tropicali pluviali e barriere coralline di numerose specie e caratteristica compongono il ricco insieme di habitat che raccoglie Wakatobi.
Sulla terraferma, le isole più grandi di Wakatobi ospitano diversi villaggi e le testimonianze che raccontano la storia non solo naturale dell’area. Sull’isola di Wangi-Wangi, per esempio, si trova il piccolo forte di origine portoghese Liya Togo, costruito con coralli. Mentre Mola Village è un tipico villaggio Bajo, i nomadi del mare.
Quando andare
Nel complesso, il clima nel Parco è più secco rispetto al resto dell’Indonesia. Tra luglio e agosto si registrano solitamente le temperature “più basse”, toccando talvolta i 26° verso fine agosto e l’aria è più fresca. Rispetto alla media indonesiana le piogge a Wakatobi si aggirano sul 25%, l’area è infatti una delle più aride del paese.
Come arrivare a Wakatobi
Per raggiungere il Parco Nazionale di Wakatobi si può volare fino all’aeroporto di Matahora a Wangi-Wangi, l’isola principale, che ha collegamenti con Jakarta. Da Wangi-Wangi sarà poi necessario spostarsi in barca per raggiungere le isole minori. In alternativa da Bali si può volare direttamente fino all’isola che ospita il bellissimo Wakatobi Dive Resort, una delle strutture più esclusive dell’Indonesia, tramite i voli privati organizzati dalla struttura.
A eccezione del Wakatobi Resort, le strutture ricettive (concentrate sull’isola di Wangi-Wangi) sono poche e molto semplici.